Il pellet di legno è un combustibile di origine vegetale che sta prendendo sempre più piede sia per quanto riguarda il riscaldamento domestico che per uso industriale.
Nato dall’esigenza di riutilizzare gli scarti della lavorazione del legno, si ottiene essiccando e pressando la segatura a cui poi viene data la forma di piccoli cilindri che hanno un diametro che varia dai 6 ai 10 mm ed una lunghezza che va da 1,5 a 3 cm.

la vendita di pellet  è dunque un’ottima occasione di fare business nel settore delle energie rinnovabili. Non sono molte,  per ora,  in Italia,  le imprese che operano in questo comparto,  ma la domanda di questi prodotti è in forte crescita ed il settore è destinato a fare da traino alla nostra economia per gli anni a venire, anche perché soddisfa appieno le tematiche ambientaliste e di eco-sostenibilità, riducendo l’uso dei combustibili tradizionali esauribili e inquinanti.

E’ importante sapere che:

non è scontato che il pellet sia fatto con la polpa del legno, infatti troppo spesso viene utilizza anche la corteccia, finendo con l’abbassare il livello qualitativo del pellet;

non è scontato che il legno utilizzato sia “vergine”, ossia “non trattato chimicamente”, infatti spesso si utilizza legno di recupero trattato ad esempio con vernici ed impregnanti;

a differenza di quanto detto al punto primo, in questo caso si tratta di una frode vera e propria passibile di denuncia (segnalazione frodi).
Credo sia d’obbligo iniziare con una sua definizione: per pellet si intende un “biocombustibile omogeneo di forma cilindrica, con un diametro variabile tra i 5 ed i 10 mm ed una lunghezza di 15÷30 mm; prodotto mediante compressione a secco di rifili e di materiale fine (segatura) di residui legnosi non contaminati prodotti direttamente dall’agricoltura oppure dalle segherie e dalle industrie di lavorazione del legno”.

Il pellet è nato come la “forma sotto la quale era possibile somministrare agli animali alimenti di varia natura nello stesso momento”. Quindi le prime macchine pellettatrici furono studiate proprio per trattare farine alimentari di varia natura ma non materiale legnoso. Solo dal 1800 iniziarono a svilupparsi e a migliorare i metodi per la compressione del legno. Tuttavia, l’utilizzo del pellet come combustibile è molto più recente. Negli USA ha avuto inizio tra la fine degli ani ’50 e l’inizio degli anni ’60.

Poi, la crisi energetica di portata mondiale, sopravvenuta negli ani ’70, ha accelerato la ricerca imperniata sul pellet. In Canada e negli Stati Uniti, tra il 1977 ed il 1978, sorsero oltre 30 insediamenti industriali per la compressione di derivati industriali della lavorazione del legno. Negli anni ’80 l’influenza americana arrivò anche in Europa, specificatamente in Svezia, dove venne edificato un impianto di vaste dimensioni in una posizione centrale del paese (45.000 t/anno) e progettati oltre 70 stabilimenti analoghi. Lo scopo era quello di ottenere calore ad un costo finanziario ed ambientale minore rispetto a quello di petrolio e carbone16.

I primi passi verso il miglioramento della tecnologia caratterizzante la fase finale della filiera del pellet, ossia quella relativa allo strumento responsabile della combustione, furono  ancora una volta opera degli Stati Uniti. Proprio qui, infatti, fu inventata la stufa a pellet, la quale raggiunse la Svezia nel 1987 dando un energico impulso allo sviluppo dei bruciatori per le caldaie alimentate a pellet16. Dalla Svezia il pellet ha, poi, raggiunto altri Paesi Europei quali la Germania, l’Austria, la Svizzera, la Finlandia, mentre in Italia è arrivato solo recentemente.

Il pellet di legno è un combustibile di origine vegetale che sta prendendo sempre più piede sia per quanto riguarda il riscaldamento domestico che per uso industriale.
Nato dall’esigenza di riutilizzare gli scarti della lavorazione del legno, si ottiene essiccando e pressando la segatura a cui poi viene data la forma di piccoli cilindri che hanno un diametro che varia dai 6 ai 10 mm ed una lunghezza che va da 1,5 a 3 cm.
Il pellet non contiene, o non dovrebbe contenere, alcun tipo di additivo nè collante, in quanto è la stessa lignina contenuta nella segatura a fungere da collante.
Il pellet può essere certamente considerato un combustibile ecologico, non solo perchè non contiene additivi chimici ma anche perchè la quantità di CO2 sprigionata nella combustione è la stessa quantità di CO2 che la pianta ha immagazzinato durante il processo di crescita. E’ inoltre, al contrario dei combustibili fossili, una risorsa inesauribile e rinnovabile: infatti, oltre che essere ottenuto dalla lavorazione di materiali di scarto dell’industria del legno, il pellet può essere realizzato con legni provenienti da coltivazioni arboree frutto di accurate pianificazioni forestali; nuove piante andranno quindi continuamente a sostituire quelle abbattute andando così a costituire un circolo virtuoso.
Un secondo vantaggio rispetto ai combustibili fossili è la convenienza economica: a parità di calore sviluppato il pellet è molto conveniente e consente un congruo risparmio; grazie inoltre alla flessibilità di impostazioni delle stufe che ne ottimizzano la combustione ed utilizzando altissime temperature, il pellet viene bruciato per intero producendo un quantitativo minimo di residui (cenere).
Il pellet è anche sempre di più usato per la facilità di trasporto e di gestione: essendo generalmente confezionato in sacchi da circa 15 kg il pellet è facilmente movimentabile praticamente da chiunque; richiede uno spazio relativamente ridotto per lo stoccaggio, al contrario della legna, ed è anche un combustibile pulito perchè i sacchi in cui è contenuto (generalmente di polietilene) non consentono la fuoriuscita di segatura o frammenti di materiale.

Il pellet non contiene, o non dovrebbe contenere, alcun tipo di additivo nè collante, in quanto è la stessa lignina contenuta nella segatura a fungere da collante.
Il pellet può essere certamente considerato un combustibile ecologico, non solo perchè non contiene additivi chimici ma anche perchè la quantità di CO2 sprigionata nella combustione è la stessa quantità di CO2 che la pianta ha immagazzinato durante il processo di crescita. E’ inoltre, al contrario dei combustibili fossili, una risorsa inesauribile e rinnovabile: infatti, oltre che essere ottenuto dalla lavorazione di materiali di scarto dell’industria del legno, il pellet può essere realizzato con legni provenienti da coltivazioni arboree frutto di accurate pianificazioni forestali; nuove piante andranno quindi continuamente a sostituire quelle abbattute andando così a costituire un circolo virtuoso.
Un secondo vantaggio rispetto ai combustibili fossili è la convenienza economica: a parità di calore sviluppato il pellet è molto conveniente e consente un congruo risparmio; grazie inoltre alla flessibilità di impostazioni delle stufe che ne ottimizzano la combustione ed utilizzando altissime temperature, il pellet viene bruciato per intero producendo un quantitativo minimo di residui (cenere).
Il pellet è anche sempre di più usato per la facilità di trasporto e di gestione: essendo generalmente confezionato in sacchi da circa 15 kg il pellet è facilmente movimentabile praticamente da chiunque; richiede uno spazio relativamente ridotto per lo stoccaggio, al contrario della legna, ed è anche un combustibile pulito perchè i sacchi in cui è contenuto (generalmente di polietilene) non consentono la fuoriuscita di segatura o frammenti di materiale.

Il Pellet è reperibile su tutto il territorio Italiano come  Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle d’Aosta Veneto